Aveva pensato, sognato, di fare all’ amore, ma la più spinta delle sue virginali fantasie, non si avvicinava neppure, a quanto le stava accadendo. Le tempie pulsavano e il calore avvampava nel suo corpo, quando, a sorpresa, lui le ficco la lingua tutta nel buchetto dell’ ano.
Lei saltò, stupefatta. Ma lo fu ancora di più quando sentì un oggetto caldo e grosso che si poggiava sulle natiche.
Immaginò subito che si trattava di un cazzo. Un vero cazzo d’ uomo. Duro, caldo e grosso.
Nonostante la vergogna e la paura, avrebbe desiderato vedere e toccare quella verga, quell’ oggetto, in fondo tanto desiderato, durante le sue solitarie masturbazioni. Ma si vergognava e se ne restò lì, con le braccia appoggiate ad una piccola scrivania, col culo proteso, le cosce schiuse, aspettando. Gli eventi la sconvolsero ancora di più, perché l’ uomo con furbizia inaudita, le poggiò il pene sul buco del culetto, spaventandola di nuovo. Ma non poteva sottrarsi ormai, e lui ci sapeva fare.
Lei era stata terrorizzata dal cazzo sull’ano, immaginando che l’ avrebbe potuta spaccare all’improvviso, con dolore lancinante … ma lui no, niente di tutto questo; non fece che poggiare la capocchia del suo grosso coso e tenerla ferma, con piccole, impercettibili pressioni. L’ aspetto della situazione dopo un poco cambiò. Senza nemmeno crederci, la ragazza, eccitata, invece di gioire della mancata penetrazione, cominciò a desiderarla. Voleva assaggiare quel cazzo a qualsiasi costo e solo la vergogna le evitava di girarsi per prenderlo immediatamente tra le labbra e baciarlo.
Quando lo Chef capì che era pronta, e che il suo ano aveva rilassato lo sfintere, in attesa di prendere il colpo fatale, con gesto esperto si ricoprì la testa del grosso cazzo, con la pelle del suo stesso scroto. In quella posizione, pressata la pelle del coso sull’ ano piccino, ma umettato, fece scivolare il glande direttamente dalla pelle di lui al culo di lei, fermandosi appena avvenuta la dilatazione. Lei sentì il violento, ma dolce cambio di stato. Il suo culo era aperto come non mai. Piantato nell’ ano aveva un grosso palo.
Lui restò fermo, immobile fino a quando la ragazza non perse la forza di stringere e il giovane sfintere si arrese, capitolando.
Solo allora, piano piano, cominciò ad incularsela, metodicamente, profondamente. Con la faccia tosta di fermarcisi, tutto dentro, ogni tanto e poi di spingere tra le giovani chiappe, con tutta la sua forza, come se cercasse ancora un varco … ancora una maggiore penetrazione. Iniziarono così un eccitante gioco. Lei capì di provare l’ acme del piacere nell’ attimo della dilatazione anale e quindi, fingeva ogni tre o quattro botte, di sgusciare via, allontanandosi un poco. Cambiando posto e posizione, ma fingeva, sapeva già che lui le dava la caccia col suo cazzo sempre più arrapato. La raggiungeva e alla meglio la inculava nuovamente. Era talmente sconnesso, questo gioco, che un paio di volte un dolore lancinante l’ aveva fatta sussultare un attimo. Ma il bruciore faceva parte del gioco e in fondo accettava di prenderlo tutto in culo ogni volta. Quando lui la stese sul letto della camera angusta, capì che non poteva sfuggire a lungo e si concedette morbidamente e completamente abbandonata. Teneva le gambe unite per rendere il buco anale il più stretto possibile e fasciante rispetto al cazzo dell’ estraneo, era stanca di prenderlo tanto ripetutamente, dato che ora scivolava facilmente dentro e fuori, a qualsiasi velocità, senza incontrare resistenza. Ma non dovette aspettare molto. Lui in ginocchio, gambe divaricate, le teneva le chiappe con le dita e si modellava il suo culo a piacimento. Lo senti mentre si irrigidiva, il respiro ansante, il cazzo che pulsava. Dal caldo che le esplose nel culo capì che per la prima volta, in modo e maniera del tutto inaspettata, era stata sborrata da un uomo.
Fu come ricevere una grossa siringa piena di sperma tutta nel culetto.
Poco dopo soddisfatto e disinteressato, lui la mandò via, col sedere indolenzito.
Todos los participantes ha superado la edad de 18 años.